Il film
Commedia romantica improntata alla grazia e leggerezza tipiche dello stile di Camerini, il film ci fornisce una testimonianza dell'evolversi degli stili di vita e lavoro a Milano. Interessanti in tal senso le scene girate alla fiera campionaria. Celebre la colonna sonora con la canzone di Bixio, Parlami d'amore Mariù, che Bruno (un giovane De Sica) e Mariuccia ballano durante una scampagnata in Brianza.
Alcuni luoghi riconoscibili
L'Arco della Pace, piazza Duomo, uno scorcio di via Dante e piazza Cordusio.
La regia: Mario Camerini(1895-1981)
Lavora per il cinema dal 1913 come sceneggiatore. Dopo l'esordio nella regia con Jolly (1923), Camerini si impone all'attenzione del pubblico e della critica, sul finire degli anni Venti, con alcuni film muti fra cui Kiff Tebbi (1928) e soprattutto Rotaie (1929), una drammatica storia d'amore presentata poco più tardi anche in Germania con notevole successo, che vide l'esordio dell'attore Guido Celano. Nel 1932 dirige il giovanissimo Vittorio De Sica in Gli uomini, che mascalzoni..., garbato e accattivante lungometraggio che apre la sua cosiddetta "pentalogia borghese": seguono infatti quattro film ambientati nel mondo della piccola borghesia (Darò un milione, Ma non è una cosa seria, Il signor Max e I grandi magazzini), quasi tutti interpretati dalla coppia Vittorio De Sica - Assia Noris. Quest'ultima, russa di origine, diventò, in quegli anni, moglie del regista. Camerini si concede una divagazione nella farsa vivace (Il cappello a tre punte, con Eduardo e Peppino De Filippo) e una nella retorica di regime (Il grande appello, sulle conquiste africane del fascismo). Negli anni Cinquanta continua a dirigere commedie romantiche e film d'avventura. La sua ultima opera è del 1972: un episodio della serie di Don Camillo (Don Camillo e i giovani d'oggi) con Gastone Moschin. Dai primi anni Settanta smette la propria attività.[fonte biografia:wikipedia]
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